bodyshaming ed educazione fisica

troppo grassa
grasso è bello
troppo magra
devi perdere peso
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e non va mai bene niente. qualsiasi corpo minimamente imperfetto è criticato con cattiveria da una folla ancora meno perfetta.

ovunque non si fa che discutere dei corpi delle persone.
più precisamente non si fa che ferire le persone attaccando il loro aspetto fisico.
poi iniziano le guerre contro il body shaming, le lotte contro il bullismo, le crociate in favore dell'autostima.

e comunque si continua a discutere del corpo degli altri: tutti discutono del corpo degli altri, nessuno si preoccupa di educare le persone al proprio corpo.

perché è molto più facile discutere che agire e perché è molto più facile farlo sul corpo altrui che sul proprio.

chi è consapevole del proprio corpo è a proprio agio con se stesso e con gli altri: non critica la fisicità altrui e non patisce le critiche che riceve; non ha motivo di essere frustrato, invidioso o insicuro.

quanta frustrazione è covata da chi si impegna ad insultare pubblicamente il corpo altrui?
cosa spinge una persona ad esprimere cattiveria sui rotolini del prossimo? quale vantaggio ci si aspetta di ottenere, offendendo una persona per un suo presunto difetto fisico?
non ho risposte.

So che è davvero difficile essere consapevoli di se stessi e del proprio corpo, ma questa difficoltà non può rappresentare un alibi.

io ci provo da tempo e mi rendo conto di essere sulla strada giusta, ma ancora lontano dalla meta.

sono consapevole del mio corpo nella misura in cui capisco che è il risultato della genetica e delle mie scelte di vita. sono consapevole del fatto che ci sono cose che posso cambiare e modificare se non mi piacciono, e che ce ne sono altre che lo contaddistinuguono per le queli non posso fare nulla.
questo non fare nulla non significa però accettarle: accettare qualcosa implica rassegnazione e io non voglio sentirmi rassegnata, ma consapevole.

il mio primo atto di consapevolezza è stato smettere di tingere i capelli: da diverso tempo li porto grigi e sono a mio agio. perché quelli sono i miei capelli e se qualcuno ha problemi con i miei capelli grigi sono problemi suoi e mi spiace per lui.

il secondo passo verso la consapevolezza è stato rendermi conto del fatto che la ciccia che ho sui fianchi non mi piace. non ne ho vergogna perché gli standard pubblici la demonizzano: semplicemente  e consapevolmente voglio per me un corpo forte e magro. allora ho deciso di allenarmi. è stata una decisione intima e personale, così ho iniziato afarlo a casa da sola, senza selfies, abbigliamento appariscente o pubblicità. ho corretto la mia alimentazione, ma senza integralismi. intanto convivo srenamente con la mia ciccia perché quello è il mio culo e se qualcuno ha problemi con il mio culo sono problemi suoi e mi spiace per lui.

la terza tappa è evitare di giudicare i corpi degli altri, di paragonarli a me e soprattutto a quello che vorrei per me. voglio imparare a non essere invidiosa della forma altrui quando questa si avvicina al mio obiettivo, né presuntuosa di fronte a chi invece è molto lontano. perché ciascuno ha obiettivi diversi dal mio e sono solo fatti suoi.
dico che voglio imparare a farlo perché ancora, a volte, mi trovo a giudicare le persone e il loro stile di vita.

subito me ne pento: so bene che il mio rapporto con il mio corpo è affare mio e di nessun altro e che il rapporto delle persone con il proprio corpo è affare loro e di nessun altro. (solo in caso di gravi patologie, può essere affare del medico)

così sono in grado di ingnorare le critiche che mi vengono rivolte: chi vorrebbe dimagrire, ma non di impegnarsi, mi dice che sono troppo magra (ahahah); chi già lo ha fatto mi dice che non sono in forma.
chi critica per invidia, chi lo fa per presunzione: mi rendo conto che per tutti è più facile parlare del mio corpo, piuttosto che essere consapevole del proprio.
quando succede, rispondo con giustificazioni o scuse a caso perché non ho voglia di discutere.

e invece dovrei discutere, dovrei provare a spiegare e aiutare le persone a cercare la propria consapevolezza. più semplicemente a farsi i cazzi propri. dovrei ignorare le critiche, ma non l'atteggiamento di critica delle persone.

però non lo faccio, perchè è difficile e non ho voglia di discutere.
e come non lo faccio io non lo fa nessuno e l'educazione fisica non esiste.

l'educazione fisica insegnerebbe il rispetto per il proprio corpo e per quello altrui, priverebbe di senso tutte le discussioni e le critiche malevole.







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